sabato

Scegli un grande modello e diventi grande anche tu!

Ispirarsi a un mito 'in rosa' migliora l'autostima per le donne.

Guardare ai successi ottenuti da una grande donna migliora l'autostima femminile. Lo rivela uno studio pubblicato su 'Psychology of Women Quarterly', secondo il quale prendere a modello un 'mito' maschile non sortisce lo stesso effetto sugli uomini.

Non solo, ma sembra che oltre il 63% delle donne scelga una figura femminile come esempio nello studio o nel lavoro, e secondo molte intervistate e' utile poter guardare alle imprese di qualcuno che - per raggiungere il successo nel proprio campo - ha vinto barriere e stereotipi legati al sesso.

Fonte: http://www.adnkronos.com
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Sono assolutamente d'accordo che è molto importante prendere a modello una figura femminile carismatica, o anche solo importante per noi, in modo da poter in qualche modo "ricalcare" le sue orme, ma ho delle difficoltà a trovare personaggi che mi ispirino!
Certo, se guardo attorno a me - soprattutto devo dire nel nostro paese, ma anche in Europa - non è che vedo poi molte figure di donne da prendere a modello... anzi, ad una prima impressione non me ne viene in mente nessuna, forse...Rita Levi Montalcini, o forse Margherita Hack, ma sono scienziate, io no, o forse...ecco, Gae Aulenti, ma certo lei ha iniziato a fare l'architetto in un'altra epoca...e non aveva certo i miei problemi economici...no, devo ancora pensarci.

Cerco una persona che si sia realizzata nel lavoro, ma anche nella vita personale, che abbia raggiunto una certa notorietà (anche perchè altrimenti come farei a conoscerla?) ma non troppa perchè la fama non è nelle mie ambizioni; una donna serena e costruttiva, benestante non per nascita o per matrimonio, ma per la sua capacità, ma che non sia annullata per il lavoro...forse non esiste!
Se trovo questo modello positivo vi farò sapere!

Baci
Rosanna

giovedì

GB: lezioni di felicità in liceo privato


Un prestigioso liceo inglese impartirà ai ragazzi della scuola una lezione a settimana in questa materia

Un prestigioso liceo inglese impartirà ai propri allievi dai 14 ai 16 anni lezioni di felicità e psicologia positiva a partire dal prossimo anno, per aiutare i ragazzi a superare le difficoltà legate al vivere in una società sempre più ossessionata dalla celebrità e dai beni materiali.

Gli insegnanti del Wellington College a Crowthorne, nel Berkshire, riceveranno lezioni di psicologia positiva da Nick Baylis, uno psicologo dell'università di Cambridge, per poi impartire ai ragazzi della scuola una lezione a settimana in questa materia. "La psicologia positiva è una ramificazione relativamente nuova della scienza mirata a insegnare alla persone come vivere una vita prospera", ha dichiarato Baylis al Times.

Anthony Seldon, preside della scuola, ha spiegato che le lezioni saranno complementari a quelle di religione ed ha dichiarato: "Secondo me il lavoro più importante di una scuola è quello di formare i ragazzi affinchè diventino adulti felici e dalla personalità solida. La celebrità, i soldi ed i beni materiali sono spesso considerati importanti dai ragazzi, ma in realtà non sono le cose che ci rendono felici. I nostri giovani hanno bisogno di imparare che anche se una società diventa più ricca, non necessariamente diventa anche più felice".

Fonte: http://www.tio.ch
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Certo se fosse così facile! Una lezione alla settimana ed eccoci tutti felici e contenti!
Però in effetti è vero che se tutti si preoccupano di diventare ricchi, o perlomeno benestanti, moolti meno si preoccupano anche della propria "attitudine" alla felicità.
Quante amiche ho visto intrappolate in situazioni senza uscita, familiari o sentimentali o semplicemente personali, le ho viste dibattersi inutilmente, cedere a comportamenti magari autolesionistici (noi donne siamo bravissime in questo...) e devo dire che spesso ho desiderato ci fosse un modo di aiutarle, anche se mi rendo conto che spesso quando stiamo male NON VOGLIAMO essere aiutati!

Per questo penso che l'unica soluzione sia l'auto-aiuto: quando tutto sembra perduto, DOBBIAMO trovare dentro di noi la forza e la capacità di ricominciare.
Un libro, un manuale, a volte anche un romanzo ci possono toccare dentro e farci capire che in realtà abbiamo già dentro di noi tutto ciò che occorre!

Un abbraccio fraterno.
Rosanna

mercoledì

Crisi economica? Ci pensano le donne


Le donne imprenditrici resistono meglio dei loro colleghi maschi. Lo rivela uno studio recentemente presentato a Londra.

Business Link, un’agenzia della Camera di Commercio di Londra, ha condotto un panel su 300 imprenditrici della capitale inglese. Nella ricerca è emerso come l’approccio slow & steady, lento e stabile, mette le signore in posizione di vantaggio nei periodi di crisi economica.

Le ragioni di questo “successo” delle donne imprenditrici nei confronti dei loro colleghi maschi? Secondo la ricerca di Business Link, sono in particolare quattro.

1) Innanzitutto, la flessibilità. Le donne sono pianificatrici meticolose ma, allo stesso tempo, sono maggiormente capaci di cambiare strategia e impostazione iniziale, se gli eventi lo richiedono.
2) In secondo luogo, le imprenditrici hanno mostrato maggiori capacità di cercare e chiedere aiuto – prima che sia troppo tardi.
3) Terza qualità dell’imprenditrice salva-crisi: management condiviso. Pare che questa gran qualità, tipica della leadership femminile, di condividere tutto - difficoltà comprese – aiuti nel coinvolgimento e nella responsabilizzazione dei collaboratori. E si sa che collaboratori più motivati affrontano meglio i periodi di crisi, in fondo, a superarle.
4) Infine, il quarto motivo della maggiore tenuta delle imprese femminili consiste nel fatto che le donne hanno minori motivazioni economiche, ma investono maggiormente sulla realizzazione di sé e dei propri valori, nel fare impresa: instaurare relazioni positive e scambi sono più importanti che guadagnare tanto.

Insomma: le donne sono più flessibili, empatiche, capaci di autocoscienza...ma lo sapevamo già senza le indagini!

Un bacio a tutti

Rosanna

lunedì

Le donne più intelligenti fanno meglio l'amore

La bellezza può aiutare una donna a trovare un uomo. Ma è il cervello che le garantisce una vita sessuale migliore. Secondo uno studio di psicologi del King's College London pubblicato dal «Journal of Sexual Medicine» infatti sono le donne più intelligenti, o meglio le più dotate di intelligenza emotiva - quella legata alla capacità di provare emozioni non razionali e usarle in modo consapevole - a dare il meglio di sè a letto e a provare più soddisfazione.

La ricerca è stata condotta su 2000 donne gemelle tra i 18 e gli 83 anni interrogate sulla propria vita sessuale e sulla capacità di raggiungere l'orgasmo. All'interno di una scala da uno a sette, corrispondenti alle risposte che vanno da «mai» a «sempre» sono le donne più intelligenti emotivamente a risultare anche quelle che trovano più soddisfazione nel sesso.

«L'intelligenza emotiva - ha spiegato l'autore dello studio, lo psicologo Andrea Burri - ha un impatto diretto sul funzionamento della sessualità femminile perchè influenza la capacità di comunicare le proprie aspettative sessuali e i propri desideri più reconditi al partner». Non a caso dallo studio emerge che le donne dotate di una grande intelligenza emotiva possiedono anche una maggiore capacità di esprimere le proprie fantasie erotiche al partner.

Pubblicato su L'Unità Online il 12 maggio 2009

L'ho sempre saputo io!
Ed è un motivo in più per coltivare la nostra intelligenza anzi le nostre varie intelligenze!
Ciao
Rosanna

Se fai le cose bene, falle meglio



“Se fai le cose bene, falle meglio.
Sii il primo, fai la differenza,
accetta le sfide, sii onesto”.

Questa frase, divenuta ormai celebre nel mondo dell’imprenditoria, appartiene a una donna che ha fatto del marketing la sua ragione di vita e che ha saputo coniugare al meglio crescita economica con il rispetto dell’ambiente: Anita Roddick, la fondatrice dell’azienda inglese di cosmetici “The body shop” – www.thebodyshop.it - . La storia di Anita Roddick rivela le straordinarie doti imprenditoriali che l’hanno resa una donna di successo conosciuta in tutto il mondo. Partita da un piccolo negozietto con 25 prodotti etichettati a mano a Brighton nel 1976, ha pian piano saputo costruire un vero e proprio impero, con 1900 filiali in tutto il mondo e una quotazione in borsa. La sua irrefrenabile passione per il prodotto che commercializzava e per il target a cui esso si riferiva, l’hanno spinta ad impegnarsi per ridurre al minimo l’impatto ambientale nel processo di produzione: la sua è stata la prima azienda a proibire l’uso di ingredienti testati su animali; la Roddick è stata una delle prime donne a prodigarsi per promuovere un commercio equo con i paesi del terzo Mondo. Una volta lei stessa ha dichiarato di non aver mai frequentato una business school, né di aver mia letto un libro di economia. Prima di dedicarsi al commercio aveva fatto l’insegnante, la cameriera e l’impiegata, ma, tra le mura del suo piccolo negozio, era riuscita a capire che il business non era tanto una scienza finanziaria, ma qualcosa che aveva a che fare con la compravendita, che riguardava piuttosto la produzione di prodotti o servizi talmente buoni che le persone sarebbero state disposte a pagarli pur di averli. La domanda viene spontanea: come si fa allora a diventare un vero imprenditore? Quali sensi più di altri bisogna sviluppare?
La fortissima motivazione a creare qualcosa di buono,
l’indipendenza da qualsiasi tipo di subordinazione,
il bisogno di successo,
una visione entusiastica del proprio progetto,
l’abilità nello sviluppo delle strategie,
l’ingegno,
la determinazione,
la consapevolezza dei rischi,
l’ottimismo.
Sono queste le formidabili doti che hanno fatto della maestra di Brighton un’icona dell’imprenditoria mondiale.


Autore: Antonella Corvino

domenica

La felicità? Te la insegno!




Il pensiero positivo

Fra tutti coloro che hanno parlato di felicità il primo è, forse, Epicuro, il famoso filosofo ateniese:
"Mai si è troppo giovani o troppo vecchi per la conoscenza della felicità. A qualsiasi età è bello occuparsi del benessere dell'animo nostro." Ed è vero soprattutto oggi, che noi donne siamo travolte da una vita frenetica e forse poco soddisfacente, che è sempre utile darsi da fare per il "benessere dell'animo nostro"!

Passano più di venti secoli e troviamo un'altra lettera sulla felicità, scritta dalla marchesa du Chatelet; siamo nella Francia del 700 e questa protofemminista scrive: "che non i figli, la famiglia, fanno la felicità della donna, ma una ragionevole autosufficenza pronta a compensare l'inevitabile caduta dei piaceri con altri più pacati e durevoli". Si comprende meglio lo scritto se teniamo conto che la signora era l'amante di Voltaire!

Venendo ai giorni nostri, vorrei sottolineare una notizia: ad Harward, una delle università più famose d'America, c'è un corso che insegna ad essere felici, un corso al quale si sono iscritti ben 842 studenti superando di gran lunga quello di economia, solo 688, che fino a pochi anni fa, era il top di questa università, celebre proprio per l'economia.

In effetti in questi ultimi anni ben 100 campus universitari americani hanno aperto le loro aule a questi "Corsi per la felicità" come li ha chiamati il Boston Globe. Si impone il pensiero positivo e anche in Italia, anche se con qualche ritardo si è inaugurata questa nuova era con la nascita della psicologia positiva, branca della Psicologia, che studia la promozione del benessere soggettivo e insegna a volgere in positivo le brutte giornate e a vedere le cose con ottimismo anche quando tutto va storto.

Il professor Gianfranco Goldwurm, direttore scientifico della scuola Asipse (Scuola quadriennale di formazione in psicoterapia comportamentale e cognitiva) di Milano, sottolinea l'importanza dell'ottimismo nel mantenimento di una condizione di salute ottimale:
«Apprendere una visione ottimistica del proprio mondo interno ed esterno ha valenza terapeutica e preventiva nei confronti della depressione. L'ottimismo garantisce un incremento del benessere anche nelle persone sane, agendo sull'autostima e aumentando la risposta immunitaria».

In effetti una ricerca condotta su 80 adulti sani ha confermato che è possibile aumentare l'ottimismo con un training specifico, il Subjective Well-being Training, un corso per l'apprendimento della felicità condotto dal professor Goldwurm e basato su 14 aspetti che più spesso si riscontrano tra le persone felici:

1. tenersi occupati
2. passare più tempo socializzando
3. essere produttivi svolgendo attività che abbiano significato
4. organizzarsi meglio e pianificare le cose
5. smettere di preoccuparsi
6. ridimensionare le proprie aspettative
7. sviluppare pensieri positivi
8. essere orientati sul presente
9. lavorare a una sana personalità
10. sviluppare una personalità socievole
11. essere se stessi
12. eliminare sentimenti negativi e problemi
13. considerare i rapporti intimi come la principale fonte di felicità
14. considerare la felicità la priorità numero 1.

Tratto da un articolo del Prof. Salvatore Serrano,
Fonte:
http://www.savonanotizie.it

Primo post

Questo è il primo post di un blog che, come dice il titolo, si rivolge soprattutto alle donne che oggi sono un pò in carenza di autostima...come me!
State pronte (e pronti) ad un viaggio verso il miglioramento non solo dell'autostima ma anche della nostra vita in generale!
Baci e abbracci
Rosanna